Selvicoltura sostenibile in habitat di faggeta, attraverso diradamenti e apertura di buche

LIFE: Fagus

FAGUS - Le foreste degli Appennini: buone pratiche per coniugarne l’uso e la sostenibilità


LIFE11 NAT/IT/000135

Life Res MARIS

Oggetto

Applicazione di tecniche selvicolturali sulle faggete appenniniche mirate alla conservazione degli habitat 9210* e 9220* e quindi finalizzate alla diversificazione della struttura e all’aumento dei livelli di diversità biologica.

REFERENTE PROGETTO
Di Santo Daniele

SITO WEB

Obiettivo

La gestione tradizionale delle faggete appenniniche ha storicamente portato a condizioni di semplificazione strutturale e compositiva dei popolamenti forestali. Questa buona pratica, attraverso specifici protocolli selvicolturali, vuole coniugare la produzione di servizi ecosistemici per le comunità locali con aspetti conservazionistici e nello specifico: rinnovazione delle specie obiettivo (Taxus baccata, Abies alba) caratterizzanti gli habitat 9210* e 9220*, rinnovazione di faggio e aumento della biodiversità forestale in termini sia di numero di specie che di struttura della vegetazione.

Buona pratica in breve

Si tratta principalmente di apertura di piccole buche (max 100 m²) in corrispondenza di nuclei di rinnovazione affermata (altezza superiore ai 3 metri) sia di faggio che delle specie target o sporadiche. All’interno dei gruppi si prevede la selezione qualitativa e quantitativa con il rilascio di uno o due polloni tra quelli maggiormente sviluppati. Il trattamento prevede di lasciare ad evoluzione naturale le parti di bosco più difficilmente raggiungibili perché in pendenza o con affioramenti rocciosi. Il progetto inoltre ha dato molta importanza anche agli aspetti legati all’allestimento del materiale e all’esbosco, finalizzati a recare i minori danni possibili alla rinnovazione in atto e al terreno. 

In che ambiente è stata realizzata

La buona pratica è stata applicata in circa 70 ha di faggete appenniniche in 3 Siti di Interesse Comunitario (SIC) di 2 Parchi Nazionali: quello del Cilento (SA) e quello del Gran Sasso e Monti della Laga. Si tratta di zone tipicamente montane e pedemontane, caratterizzate dalla presenza di centri abitati di piccole dimensioni e da un generale di ritardo di sviluppo della dotazione infrastrutturale.

Condizioni di replicabilità

L’approccio selvicolturale è riproponibile ed applicabile ovunque si trovino obiettivi e condizioni analoghe

Materiale disponibile

Dal database GoProFor, nella parte finale della scheda, è possibile scaricare del materiale relativo al progetto e in particolare il Layman’s report è in manuale tecnico dal titolo: “Manuale di buone pratiche per la gestione degli habitat 9210* e 9220*”.